Noblesse Canina

C'è da vederli quando arrivano alle mostre canine, i cani di sangue blu. Scendono da ammiraglie di lusso e da materassini griffati, varcano la soglia principale dei padiglioni e procedono con aristocratica noncuranza a raggiungere lo spazio loro assegnato, per riadagiarsi, quindi, ad attendere condiscendenti di venire pettinati, arricciati, profumati. E c'è da vederli quando sfilano sulla moquette della passerella: impettiti, sussiegosi, consapevoli. Collare di Vuitton con brillantini e ghirigori in argento, guinzaglio in pelle di lucertola, sono scortati dal loro, un professionista altamente specializzato nell'accompagnare cani alle mostre.
E c'è da vederli quando arrivano a quella stessa mostra i cani da pastore biellesi, fino a ieri, da domani, si spera. Scendono dallo spoglio bagagliaio di un furgoncino o di un fuoristrada, entrano un po' di soppiatto in Biella Fiere da un ingresso rigorosamente posteriore, e seguono docilmente il padrone che li porta ad accucciarsi in un angolo, in attesa di che cosa? Non se lo chiedono, quello che sarà, sarà. Ecco cosa sarà: devono sfilare anche loro in passerella, su quella striscia tinta erba, non così morbida però e quasi dura come le lose. Come tutto guinzaglio hanno un pezzo di corda, e a condurli, come tutto handler, c'è un ragazzino, il figlio del pastore, e pure devono badare a che non inciampi. Come sfilano i nostri tabui nelle esposizioni nazionali: mortificati, sgomenti, intimiditi? Questo assolutamente no. Sfilano impettiti, disinvolti e corretti come se non avessero mai fatto altro in vita loro. Non degnano di un'occhiata i loro ultratitolati, profumatissimi consimili (consimili? puah!), li oltrepassano sprezzanti, anzi, disgustati persino: fatti in là tu, nullafacente, tu, smidollato, siamo noi i veri cani di sangue blu, noi discendiamo dai cani da pastore dell'antica Caldea e delle steppe asiatiche, terre natali della pastorizia, se c'è un vero pedigree, quello è il nostro. I giudici internazionali considerano perplessi quei candidati al riconoscimento ufficiale di nuova razza con la loro anarchia di mantelli, pesi e stature, ma anche con la loro uniformità di intelligenza ricettiva e infaticabile laboriosità. Si scambiano pensierose riflessioni.


Pier Francesco Gasparetto